[RUMORE] Eccoci alla seconda lezione del nostro corso sulla storia dell'Antico Egitto. Nella prima lezione, come ricorderete, abbiamo visto come l'Egitto venne unificato ad opera di Narmer, quindi come si è passati da un periodo preistorico a quello protostorico. Quest'oggi invece ci occuperemo di uno dei periodi più gloriosi della storia egiziana, ovvero l'Antico Regno, quando l'ideologia religiosa prende la sua forma definitiva possiamo dire. L'Antico Regno si compone, come potete vedere da questa diapositiva, di quattro dinastie. La terza, quella del re Djoser, di cui ci occuperemo di qui a poco; la quarta, quelle delle grandi piramidi; la quinta, quella che potremmo definire della rivoluzione solare della cultura egiziana. Infine la sesta, l'inizio dell'espansione verso sud e direi anche della formazione dei grandi funzionari. Ma andiamo per ordine. La terza dinastia senza dubbio segna una rivoluzione nella storia comunicativa dell'Egitto, perché nascono le strutture sepolcrali di grandi dimensioni. La più importante, la più nota delle quali è evidentemente la piramide a gradoni del re Djoser. Ricordo, quel che ho già detto nella prima lezione, ovvero che non è opportuno usare il termine faraone in questo periodo, ma è meglio invece utilizzare la parola sovrano. Il termine faraone verrà introdotto soltanto nel Nuovo Regno. Caratteristiche tecnologiche di questo periodo... Beh, consistono nell'uso della pietra. Finora si era costruito soltanto in mattoni crudi, in monumentalità, che però non ci deve ingannare, non vuol dire pianificazione sempre accurata delle costruzioni. Infatti per esempio la piramide a gradoni che vedete qui, è il risultato di varie fasi di accrescimento decise in corso d'opera. E soprattutto va affermandosi sempre di più il culto solare. Quindi assistiamo ad una solarizzazione della religione egiziana. Abbiamo visto che a Nabta Playa già si ritualizzava il culto del bovino e il sovrano si chiamerà appunto, si definirà, tra le altre cose, Toro Possente. Abbiamo visto anche che progressivamente Horus, dunque la componente solare, si inserirà nella titolatura del sovrano. Questo sviluppo avrà il suo apice proprio durante la terza e la quarta dinastia. Vediamo un poco più nel dettaglio questo complesso sepolcrale del Re Djoser a Saqqara, dunque siamo nel Basso Egitto. In realtà il complesso si compone di vari elementi: la piramide stessa, sei gradoni, la quale tuttavia è inclusa in una sort of di temenos per prendere in prestito una parola greca, cioè un recinto di rispetto religioso, costituito da pareti aggettanti e rientranti; il cosiddetto muro bianco che tiene fuori il caos e mantiene all'interno il cosmos, l'ordine, di cui il sovrano è garante. Ecco la funzione del sovrano egiziano garantire la Maat, cioè l'equilibrio, l'ordine cosmico. Un ingresso come si vede molto stretto, molto angusto, a cui segue un corridoio altrettanto angusto, proprio per evidenziare la differenza tra l'esterno caotico e l'interno cosmico. La piramide all'interno è anepigrafe, non ha iscrizioni. Come del resto non ne hanno le grandi piramidi della piena di Giza, come vedremo tra poco. Tuttavia, le camere sepolcrali sono tutte decorate con queste mattonelle in faience, cioè in ceramica invetriata, di colore azzurro. Questa doveva rappresentare il Nun l'oceano primordiale, da cui tutto il mondo era nato, grazie ad un'ordinatore cosmico, il Demiurgo, di cui il sovrano era rappresentante su questa terra. Con il complesso sepolcrale di Djoser apprendiamo anche il nome del primo grande architetto della storia egiziana, Imhotep. Lo vedete in questa diapositiva qui in basso a sinistra. Imhotep diventerà così celebre durante i millenni della storia egiziana, da venire deificato ad un certo punto. E' probabilmente lui che congegnò l'intero sistema del complesso sepolcrale di Djoser e e tra le soluzioni architettonico-religiose più interessanti senza ombra di dubbio vi è il cosiddetto serdab il nascondiglio, in pratica una piccola camera, all'interno della quale si trovava questa statua monumentale del sovrano Djoser, oggi conservata al Museo del Cairo. Statua che attraverso due fori poteva guardare verso l'esterno e dunque assicurare il suo controllo cosmico dicevamo, sul mondo, senza essere vista. E qui impariamo un concetto essenziale della religione egiziana: tutto ciò che è rappresentato esiste di vita propria, ha una sua esistenza, non importa che gli altri lo vedano. Quindi questa immagine un poco suggestiva è ripresa da uno dei due oculi del serdab e ci fa capire che siamo di fronte ad un'ideologia religiosa ormai già compiuta e evoluta. La piana di Giza con le sue piramidi monumentali è un po' l'emblema dell'Egitto, oltre alle piramidi naturalmente la Sfinge fa bella mostra di sé in questo altopiano. Siamo nella quarta dinastia. Le piramidi in questione sono tutte anepigrafi e sono state precedute da alcuni tentativi malriusciti, direi. Cheope aveva un padre, il cui nome era Snefru, il quale come potete vedere da quest'immagine, fece ben tre tentativi di costruzione di piramide. La prima, venne abortita quasi subito. Peraltro vedete che il rivestimento esterno è praticamente collassato, la seconda è detta piramide romboidale. C'è stato un errore di calcolo della pendenza dell'angolo. E infine la terza detta piramide rossa, evidentemente per il colore della pietra utilizzata, che può essere considerata la prima piramide perfetta. Ad essa seguirono, appunto, le tre grandi piramidi di Giza: quella di Cheope, quella di Chefren e quella di Micerino, tutti imparentati tra loro. La più alta, quella di Cheope, raggiunge l'altezza di 141 metri. Poco più bassa quella di Chefren, mentre decisamente più bassa, non raggiunge i 70 metri, quella di Micerino. Esattamente come la piramide a gradoni di Djoser, anche le piramidi di Giza, in realtà appartengono a dei complessi piramidali, ossia non sono lì da sole, ma fanno parte di un'insieme di altri edifici. Tutte hanno un tempio presso la piramide, così viene chiamato, e un tempio a valle. Il tempio presso la piramide e il tempio a valle sono collegati da una rampa sopraelevata. In fondo dovevano esserci probabilmente, nel progetto originario, tre sfingi di cui una sola venne compiuta. Nonostante questa si trovi in prossimità della rampa della piramide di Cheope, gli egittologi sono oggi abbastanza concordi nel ritenere che in realtà raffigura Chefren. Si tratta di una figura di guardiano, che era lì a tutelare la necropoli di sovrani-dei, e quindi aveva un compito evidentemente importantissimo. Come si nota oggi la piana di Giza è letteralmente assediata dall'espansione del Cairo e quindi ciò ha tolto un po' di poesia all'insieme del complesso. Della sfinge molto si è detto, qualcuno ha persino ipotizzato una datazione risalente al 10.000 a.C. ciò evidentemente non è possibile. Ma la stranezza della sua conformazione e dunque i dubbi che sono legati alla sua datazione, derivano dal fatto che in realtà è ricavata da una collina che porta su di sé i segni del tempo e delle ere geologiche. Soltanto la testa e le zampe sono state lavorate in un secondo momento. La solarizzazione di cui abbiamo parlato finora, si nota particolarmente durante la quinta dinastia. I sovrani di questo periodo infatti, pur continuando a costruire delle piramidi, e vedremo che una in particolar modo è estremamente importante per la storia della scrittura e della letteratura egiziana, introducono una nuova struttura architettonica, un nuovo modello architettonico: il tempio solare. Un recinto aperto privo di tetto, privo di copertura, al centro del quale si trova un obelisco tozzo, detto: Benben. Il Benben era la collinetta primordiale che emerse dal Nun, che come ricorderete era l'oceano primordiale da cui prese vita la creazione. All'interno di questi templi solari, dove la luce dell'astro doveva essere evidentemente diffusa, venivano compiuti sicuramente dei sacrifici rituali cruenti, come si può dedurre da questi bacini che servivano per la raccolta del sangue delle vittime sacrificate. Si diceva che comunque questi sovrani continuano a costruire piramidi. Non più monumentali come quelle della quarta dinastia, molto più piccole, molto più ridotte nelle dimensioni e direi anche nella qualità esecutiva. Ma è proprio un sovrano della quinta dinastia: Unas o Unis, come si può anche trovare trascritto il suo nome, che vedono la comparsa dei primi testi scritti, i cosiddetti 'testi delle piramidi', formule sacre, che servono ad assicurare al sovrano defunto la sopravvivenza oltremondana per sempre, naturalmente. E' l'inizio della letteratura egiziana. La sesta dinastia che conclude l'Antico Regno vede un fenomeno nuovo i sovrani continuano ad essere ovviamente dei garanti della Maat, dell'equilibrio cosmico, il loro prestigio è immutato. Tuttavia prende piede una nuova classe di alti funzionari, che spesso hanno il controllo di porzioni di territorio, è quello che accade ad Assuan, per esempio. I sovrani di questa località si fanno costruire delle sepolture di cui sono estremamente fieri. Qui avete l'immagine del funzionario Herkuf che si vanta, proprio sull'architrave della sua sepoltura, di essere tornato vittorioso da una spedizione in Nubia, dalla quale riportò ogni genere di bene, di cui avrebbe fatto dono al sovrano. Nasce insomma un'alta borghesia che sempre più prenderà piede e che sarà probabilmente la causa della frammentazione dell'autorità centrale egiziana e quindi della disgregazione dell'unificazione, e quindi dell'inizio del primo periodo intermedio. [RUMORE]