[SUONO] [MUSICA] [MUSICA] Il rapporto di una comunità con i propri defunti è fondamentale per definirne l'identità e nel caso delle colonie fenicie questo è ancora più importante. Infatti, per gli abitanti di Mozia, come per tutti gli altri Fenici dell'occidente, il momento della sepoltura, il trattamento dei defunti diventa un modo di definire se stessi e questo è ancor più significativo là dove i Fenici vanno in una zona dove la tradizione della popolazione indigena e preistorica della Sicilia, come il caso di Mozia, era la tradizione basata sulla inumazione dei defunti. Quindi i Fenici, che erano portatori del rito dalla incinerazione, proponevano qualcosa di profondamente nuovo. Eppure i Fenici avevano preso delle mogli indigene. Quindi immaginiamo che in questa prima comunità c'è già una grandissima necessità di un compromesso culturale e religioso perché questa povera signora fenicia, questa moglie del fenicio, viene a sapere che lei il suo uomo o il suo figlio li dovrà incenerire. Quindi un cambiamento straordinario. Quali sono le tipologie di tombe note a Mozia? Ecco, questa slide ce lo mostra in modo molto chiaro perché la necropoli di Mozia è una necropoli veramente straordinaria dove i vari rituali e i vari trattamenti sono rappresentati in modo molto evidente, molto chiaro e anche molto facile da capire. Innanzitutto si cerca una continuità col passato preistorico. Sappiamo che nell'isola c'era stato questo villaggio, quando i Fenici vanno a seppellire i loro morti, scelgono la stessa area che è proprio quella che vedete in questa diapositiva, dove c'era la necropoli preistorica e addirittura vanno ad occupare, vedete la tomba 180, delle piccole grotte, delle grotticelle sotterranee che già erano state usate in epoca preistorica. Quando ci trovano ancora dei resti le svuotano e tutte le ossa umane che hanno raccolto, per esempio, le mettono in un cerchio. Questo è stato trovato in un circolo funerario, così si chiama, preistorico che già avevano identificato. Oggi si trova al di sotto della torre 4 delle mura. Dopodiché la più comune di queste sepolture a incinerazione consiste di un'urna che serve come cinerario che nella maggior parte dei casi è un'anfora, poi vedremo bene la tipologia delle urne, che viene messa al centro della fossa e accanto vengono disposti pochi vasi, al massimo cinque o sei, ma di solito tre, che accompagnano il defunto e che sono il corredo. Quindi bisogna distinguere molto bene tra il cinerario e gli elementi del corredo. Oltre alla tipologia della fossa che poi viene chiusa con una lastra, ci sono altre tipologie per seppellire i defunti incinerati. La seconda tipologia per diffusione è quella della cista di pietra, cioè con delle lastre di pietra si costruisce sempre in una fossa nel terreno una scatola praticamente fatta di lastre, sei lastre, all'interno della quale vengono messe le ceneri spesso senza un cinerario e ovviamente alcuni elementi del corredo. Quando questa cista è troppo piccola gli elementi del corredo possono essere anche deposti intorno nella fossa dove sta la cista. Poi c'è una terza tipologia: dei blocchi di pietra che vengono, non tanti grandi, 60, 80 centimetri di grandezza quadrangolari, dei veri e propri cubi, parallelepipedi, che vengono scavati all'interno per ottenere proprio una scatola, infatti si chiama tomba a cassettone, nella quale viene deposta l'urna e viene deposto il piccolo corredo. Anche questa tomba a cassettone che vedete lì sulla sinistra viene chiusa con una lastra. Quindi le incinerazioni hanno queste tre principali procedure. La più diffusa è quella nella fossa semplice, nella roccia. C'è un desiderio di stare a contatto con la roccia viva, quindi diciamo di lasciare il defunto nella madre terra, non in uno strato precedentemente antropizzato che sarebbe significato come seppellire qualcuno in una discarica, per capirsi. Ecco, possiamo ora provare a vedere qualche cinerario. Ma dobbiamo dire un'altra informazione fondamentale. Qualcuno, qualche personaggio, forse proprio i personaggi più importanti non vengono incinerati, vengono inumati dentro dei sarcofagi. Lì ne vedete uno che è stato tagliato dalle mura, un frammento di un sarcofago con angolo. Questi sarcofagi di pietra sono nella fase più antica di vita di Mozia, monolitici, grandi, lunghi due metri e rappresentano chiaramente un trattamento speciale. Come nella madrepatria dove noi sappiamo per esempio che il re Ahiram di Biblo viene sepolto in un grande sarcofago, i sovrani, i capi della comunità, i personaggi più illustri hanno diritto a questo trattamento completamente diverso rispetto agli altri. Quali sono i cinerari che vengono utilizzati nella necropoli di Mozia? Vengono utilizzate delle anfore da trasporto e questo in particolare per gli incinerati di sesso maschile. Sono delle anfore di due tipi principali. Il tipo ovoidale della tradizione dei Cananei con queste anse a forma quasi di orecchio è forse il più diffuso e anche il più antico, ma soprattutto quello che colpisce è che queste sono le anfore usate per le sepolture per le incinerazioni maschili ed erano anche il più comune oggetto della vita quotidiana di questi naviganti, quindi ci colpisce l'uso delle anfore. L'altro tipo è quello con la spalla marcata, detta anche le torpedo anfore. Questo uso di anfore da trasporto ci fa pensare proprio al ritorno alla loro vita quotidiana, cioè all'utilizzare per il loro ultimo viaggio quello che faceva parte proprio della loro vita comune, queste anfore che venivano commerciate attraverso tutto il Mediterraneo. Come invece vengono trattate le donne? Per le donne ci sono dei cinerari spesso fatti ad hoc, a volte decorati da pittura e sono anfore con il collo cilindrico. Come vedete in alcuni casi con la spalla carenata, in altri no, o con il collo svasato. Nella tipologia con il collo svasato o a trombetta, come viene detto nella lingua inglese, dove è evidente che si tratta di vasi che in realtà provengono dalla vita quotidiana., non sono stati fatti espressamente come quelli che avete visto prima, queste anfore sono state infatti rifunzionalizzate o defunzionalizzate spezzando una delle due anse. È un modo, un linguaggio simbolico per significare che il vaso non viene più usato nella vita quotidiana, ma è destinato all'aldilà, a contenere i resti, le spoglie incinerate della defunta nell'aldilà e vedete che accanto alla produzione fenicia dipinta c'è anche una produzione di impasto. Queste imitazioni di impasto della forma fenicia, che a sua volta è derivata da un originale indigeno che forse risale addirittura alla tradizione micenea, mostrano il contatto di questi vasi, di queste forme proprio con la cultura locale e quindi di nuovo ci riportano al sesso femminile delle donne che venivano incinerate dentro questi vasi. Questi cinerari quindi sono molto semplici, ma non esauriscono ovviamente le forme della ceramica attestata nelle tombe perché poi vi sono i vasi del corredo. Nelle antiche civiltà orientali, nelle antiche culture orientati come quella dei Fenici, la morte non era un'esperienza laterale della vita, era un'esperienza fondamentale. Non veniva rimossa, ma veniva trasformata in qualcosa di importante, anche perché la vita media era molto corta, da 30 a 35 anni e quindi alla morte era riservato un rito particolare, un costume che serviva a identificare la comunità, in questo caso il popolo dei Fenici. I Fenici non avevano uno stato nazionale, non erano riconosciuti per essere provenienti da un territorio ben determinato, anzi, erano chiamati col nome delle loro città di provenienza, ma quello che li identificava era il loro costume funerario. Immaginate quindi che in una comunità come quella che stiamo studiando per conoscere la nascita della civiltà mediterranea, cioè nella comunità di Mozia, il trattamento funebre diventava un modo per identificare, per ancora di più rafforzare le proprie radici, per ricordarsi la madrepatria, per ripetersi noi siamo Fenici, noi veniamo dall'oriente, noi qui siamo comunque dei nuovi arrivati. E quindi ecco la necropoli, la necropoli nella quale vengono sepolte delle urne con dentro i resti che erano stati bruciati su una pira e qui dietro probabilmente c'era il luogo dove questo avveniva, un luogo sacro. Venivano messe in questi bellissimi vasi e a loro volta i vasi venivano riprotetti e restituiti alla terra inserendoli dentro delle ciste litiche, ossia delle vere e proprie scatole realizzate con delle lastre di pietra quadrate, fissate direttamente nel banco di marna argillosa, ossia nella roccia vergine dove la terra riaccoglieva i resti di questi coraggiosi attraversatori del Mediterraneo. A volte queste ciste erano fatte con dei blocchi interi come quella o quella, cioè scavando un intero blocco, altre volte erano fatte da singole lastre. Venivano poi posti dei cippi, ossia delle stele o dei betili, che servivano ad indicare, avevano una funzione mnemonica, servivano ad indicare il punto dove si trovava un proprio congiunto. Però come vedete, la necropoli era molto densa perché lo spazio dove seppellire su un'isola era poco e quindi molto presto Mozia è diventata, specialmente nel settore settentrionale e orientale, completamente piena di tombe e questo creava un problema alla città in espansione. Nella necropoli non erano però utilizzate soltanto le urne delle incinerazioni. Troviamo dei sarcofagi come questo che vedete qui. Si tratta di grandi blocchi di pietra che venivano scavati completamente all'interno per ospitare i corpi dei defunti. Come mai ci troviamo di fronte a questo diverso costume funerario che viene usato quasi contemporaneamente all'altro? Intanto questo è riservato soltanto a qualcuno nella popolazione e ci sono due spiegazioni fondamentali. Una è perché la comunità di Mozia sin dall'inizio era stata capace di integrare diverse altre culture che vivevano a contatto con i Fenici di Mozia. Questi erano gli Elimi che vivevano nella Sicilia occidentale, erano gli abitanti indigeni del nord Africa, della Tunisia, ma anche altri naviganti come i naviganti fenici di Cipro o i naviganti della Sardegna che avevano un diverso costume funerario, non adottavano l'incinerazione come i Fenici. Questo non fu per i Fenici una difficoltà. Furono capaci di accettare questo diverso comportamento religioso degli altri membri della loro comunità come dimostrano questi sarcofagi che si trovano nella necropoli. Ma c'è anche un'altra ragione: le persone più ricche nel corpo sociale delle città fenicie, usavano in realtà in Fenicia farsi seppellire in sarcofagi secondo una tradizione che discendeva direttamente dall'Egitto ed era un segno di ricchezza, di nobiltà fare questi sarcofagi di pietra. Ecco quindi questo esempio straordinario che tra l'altro ci fa anche fare un'altra osservazione, ossia questo sarcofago è stato murato all'interno di una torre, come già avevamo notato in un'altra parte delle mura di Mozia e questo è dovuto al fatto che le mura furono a un certo punto nella storia della città alla fine del VII secolo costruite dove era necessario, senza tenere in conto neanche il camposanto diciamo, la necropoli della città. Qual è la ragione di questo comportamento che ci potrebbe anche sembrare irrispettoso? Semplicemente la mancanza di spazio. Questa è una prova per noi che Mozia era una città talmente fiorente, talmente piena di popolazione che non c'era scelta, le mura andavano fatte nel punto più estremo del perimetro dell'isola e quindi anche se c'era la necropoli si doveva passare sopra la necropoli. I morti dove venivano messi? La soluzione fu creare una nuova necropoli sulla terraferma nell'antistante località di Birgi, dove oggi sorge un grande aeroporto, si trovava la seconda necropoli della città e i defunti da una certa data in poi soprattutto furono trasferiti e inumati in questa seconda necropoli. [SUONO] [VUOTO]