[SUONO] [MUSICA] [MUSICA] Salve a tutti e bentornati. Abbiamo visto che il passaggio dalla prima epoca regia alla seconda epoca regia, cioè il periodo che va tra la fine del VII secolo A.C. e gli inizi del VI, è piuttosto un periodo di continuità, che di discontinuità. Quello che abbiamo visto succedere a Roma, lo possiamo leggere anche sul Palatino. Ad un iniziale periodo di conservazione dei vecchi assetti, si alterna un periodo di profondo cambiamento. Le mura, per esempio. Tra la fine del VII secolo e gli inizi del VI la vecchia porta viene conservata anche se la struttura del muro viene modificata con nuove tecniche edilizie. Questo è il luogo della porta tra il 600 e il 550 A.C., il muro viene prima ricostruito come un singolo muro in blocchi squadrati e poi la cortina viene raddoppiata con il secondo muro sempre in blocchi squadrati. All'esterno del muro il santuario continua la sua vita. Inizialmente c'è un altare con un ingresso all'interno di un'area. Questa immagine vi fa vedere la complessità dell'intreccio delle strutture, che ci danno la successione delle fasi di questo santuario. Ad ogni tecnica edilizia, che qui è contraddistinta da una lettera, corrisponde una fase di vita di questo santuario. Sono tutti piccoli pezzi dei limiti del santuario nel corso dei secoli. Dalla metà del VII a.C. fino alla fine del VI. Sempre secondo gli usi di questa nuova edilizia il recinto del santuario questa volta è decorato. Abbiamo trovato questi frammenti di lastre che sono ricostruibili in questo modo, che dovevano decorare questa parte alta della struttura che circondava l'area. È un modello piuttosto importante nell'architettura romana, perché altari circondati da palizzate restano poi l'elemento centrale delle dediche di altari, addirittura fino all'Ara Pacis che altro non è che la riproposizione in marmo della struttura che noi abbiamo scavato al palatino. Un cambiamento ulteriore viene imposto al santuario quando alla metà del VI secolo a.C. il muro è conservato ancora, ma la valle tra il Palatino e Velia viene colmata. Sulla valle si costruisce la sacra via nuova e quindi gli edifici si possono espandere un po' di più verso nord e il santuario acquista una nuova area e viene recintato un'altra volta in modo nuovo. Gli stessi cambiamenti li possiamo vedere nel santuario di Vesta. Questo è il santuario, che acquisisce già alla fine del VII secolo una nuova casa. Questo è il quadro alla fine del VII secolo, con la porta, il santuario fuori la porta e i tre lotti delle vestali e di Vesta, dei lari e della casa del re. In questa fase i tre lotti vengono conservati, leggermente modificati con muri in tecniche edilizie nuove, però il lotto che prima era vuoto viene adesso occupato da una nuova casa. Per comprendere questo cambiamento, ne dobbiamo esaminare un altro. Un gruppo di piccole capanne che sopravviveva presso le vestali viene abbattuto e il nuovo lotto viene occupato da un edificio che altro non è se non il santuario delle divinità che si consideravano le generatrici dei re, Marte ed Ops, divinità che forse ricorderete erano venerate all'interno della casa del re. Questa è la pianta della casa regia del VII secolo a.C., questa è forse la sala dove questo culto poteva essere ospitato e invece adesso questo culto viene espulso dalla casa regia e viene posto in un edificio addirittura esterno al santuario. Eccolo qui in particolare un edificio con due piccoli sacrari per Marte e Ops e un piccolo recinto di fronte. Questo cambiamento significa che è cambiata la natura della monarchia di Roma. Il vecchio re non c'è più, ci sono dei nuovi re che abitano in una nuova casa, che ha cambiato peraltro forma, con una corte, e la casa che era stata dei primi re viene attribuita ora ad un nuovo sacerdote che è il Rex Sacrorum, che è questa. Cambia anche l'architettura della casa perché da stanze affacciate su uno spazio aperto, diventano stanze che circondano un cortile. Con la fine del sesto secolo i cambiamenti aumentano. Roma ha un nuovo muro, come abbiamo visto, e quindi il muro del palatino può essere abbattuto, non è più sacro perché la città benedetta dagli dei non è più limitata a un solo monte ma a tutte le alture, tranne l'Aventino, come abbiamo visto nell'altra lezione. Però il muro è una memoria, è un'identità della comunità, perché segna il principio della loro storia. Allora dei tratti particolari del muro vengono conservati, riproponendoli leggermente spostati. Tra il santuario e la zona dove la vecchia porta era, si crea una nuova strada che sale al Palatino con un bivio qui, lungo la strada c'è una struttura con due stanze a cui si connetteva un grande muro. Questi sono dettagli dello scavo, la strada, un'altra veduta della strada con il trivio qui, le due stanze con muri in opera quadrata, nella nuova tecnica, e il muro che si connetteva a queste due stanze, che vedete qui in piano. Questo può essere interpretato come un ingresso monumentale al Palatino, sulla base di alcuni confronti con le porte note da fortificazioni in Italia e in Grecia, nello stesso periodo. Questo è come possiamo immaginarlo in pianta e questo è come possiamo immaginarlo in elevato. Il santuario all'esterno della porta resta nello stesso luogo, ma anch'esso viene in qualche modo coinvolto nei cambiamenti. Si estende, l'abbiamo già detto, perché il fossato viene riempito, il recinto diventa ora di blocchi e la forma degli altari cambia. Non sono più semplicemente delle zone recintate per un fuoco, ma cominciano ad essere alcune strutture più determinate, sempre in argilla e legno, ma che vengono ricostruite in continuazione. Qui vedete il rapporto tra il nuovo santuario, con l'altare, e la nuova porta, ricostruita in questa fase, intorno al 530- 525 a.C. C'è una successione di altari che copre tutto l'uso del santuario, dalla metà del VI fino alla fine del VI. Vedete in questo caso l'altare è tondo. In questo caso l'altare, invece, viene ricostruito con dei blocchi di tufo. Si era conservato addirittura il pavimento originario intorno all'ara. E qui ancora un secondo altare in tufo. La struttura nuova adesso ha modificato anche la struttura sacrale dell'area perché non ci sono più le fasce sacre di rispetto intorno al muro, perché il muro è sparito, la nuova porta è di fatto un memoriale di una vecchia porta, che originariamente stava qui. Qui potete apprezzare la differenza dello spazio in ricostruzione. L'unica zona sacra ora rimane il santuario, le strade, la porta e la casa del nuovo re. Qui possiamo vedere come l'assetto della natura dei luoghi, che pure era importante per gli antichi, anche se immateriale per noi, è cambiata nel tempo. Il muro con i diversi statuti sacrali, il nuovo muro con lo statuto sacrale unicamente limitato al santuario e poi lo statuto del santuario che resta anche, quando la vecchia porta non c'è più e si crea il nuovo allestimento. Ancora, alla fine... Alla fine del VI secolo i cambiamenti sono evidenti nel Santuario di Vesta. La casa delle vestali viene ricostruita, se ne conservano pochi tratti con le nuove tecniche, per cui possiamo immaginare una pianta del genere, del tempio ancora per questa fase non sappiamo nulla. Il lotto dedicato al culto dei Lari non ospita più alcuni focolari, ma forse già un piccolo tempio che possiamo immaginare in quest'area con in fronte ad esso una stanza interrata, con un pozzo all'interno e la casa del vecchio re, diventata ora la casa di questo rex delle cose sacre, muta forma: da una casa con una corte diventa una casa con due corti, ma soprattutto siccome la valle è stata riempita, l'ingresso della casa non è più dal Palatino, ma è ormai dalla Sacra Via che è diventata la via per eccellenza di Roma, dei trionfi e di tutti i più importanti riti. E qui possiamo vedere la vecchia casa con il fossato aperto e l'ingresso dal Palatino, la nuova casa con la Sacra Via e l'ingresso dalla Sacra Via. Ultima, ma non per importanza è questa ulteriore casa che già dalla fine del VII secolo viene ad occupare lo spazio vuoto ancora del santuario e che noi immaginiamo essere una casa regia. Perchè? Perchè questa casa era connessa direttamente con il Santuario di Vesta, perchè dal suo interno partiva un passaggio sotterraneo che la connetteva al santuario. Ora, a Roma due soli uomini potevano accedere autonomamente nel Santuario di Vesta: prima il re e poi il pontefice massimo, quindi una casa direttamente connessa con questo santuario può indicare la presenza o del re prima o del pontefice massimo poi. Sappiamo che i re abitavano presso il Santuario di Vesta, sappiamo che il Pontefice Massimo e gli ultimi re abitavano lungo la Via Sacra e quindi proponiamo questa interpretazione. E questa è come possiamo immaginare la casa nelle sue parti sulla base dei resti archeologici conservati. E qui infine possiamo immaginare il paesaggio nuovo che si crea intorno al 525. Il santuario esterno alla porta, il muro riproposto e la porta nuova riproposta, la casa del re e la casa del vecchio re ora occupata da questo rex delle cose sacre. In questo momento la documentazione archeologica del Palatino comincia a crescere, conosciamo tanti dettagli nuovi, ma pezzetti del paesaggio possiamo ricostruirli principalmente sempre sulla pendice nord. Il muro di fortificazione che correva esattamente su questa linea non c'è più, lo statuto sacrale del territorio cambia, quindi si può costruire e si costruiscono in questa zona delle case forse abitate dalle famiglie nobili più vicine al re, se non addirittura parenti della famiglia reale. Queste, come possiamo ricostruire queste strutture, in rosso sono i muri conservati, si tratta di case che contengono l'embrione della casa romana, cioè la grande stanza centrale, questa qui a croce, che si chiama l'atrio che da questo momento in poi rimarrà il fulcro della casa. Ecco ancora un'altra vista. Sono case piuttosto grandi ad un piano solo, le cisterne sono interrate per raccogliere l'acqua che da un'apertura nel tetto colava nella vasca al centro dell'atrio, le fogne aiutavano a portare le acque interne all'esterno, nelle grandi fogne delle strade. Questa è una possibilità di ricostruzione di un secondo piano nella parte antistante la casa e delle coperture, vedete l'apertura al centro dell'atrio che è in coincidenza con le grandi vasche interrate o dei pozzi. E si tratta di un modello nuovo per Roma, ma non nuovo in assoluto, perchè in Etruria case del genere le conosciamo già come si vede da alcuni esempi. Questi sono i confronti archeologici che supportano la nostra ipotesi di immaginare quelle case come case con atrio, perchè già dalla fine del VI secolo, poi ancora negli inizi del secolo V, case ad atrio in Etruria sono conosciute. E così possiamo immaginare il paesaggio. Le grandi case viste dall'alto, la nuova Sacra Via e il nuovo muro che viene a colmare lo spazio occupato dal santuario in quest'area per connettere il quartiere con la nuova porta ricostruita. Vedete come il paesaggio cambia, in continuazione, ma non tutti i cambiamenti del paesaggio sono cambiamenti dello stesso livello nella struttura politica. perchè qui viene ricostruito tutto, ma gli elementi di una struttura che c'era già e c'era già dalla metà dell'VIII secolo, vengono conservati anche se la costituzione di Roma è ormai cambiata: c'è una nuova assemblea, il re ha fatto altre scelte, si presenta come un potere un po' più laico, ma certo tutto questo non può dimostrare che Roma nasca in questo momento, perchè la storia più antica esiste, è documentata, archeologicamente e soprattutto viene anche parzialmente rispettata nonostante i cambiamenti successivi. Grazie. [SUONI]