[SUONO] [MUSICA] Salve a tutti e bentornati. Alla fine del sesto secolo la monarchia di Roma si avvia verso la sua fine. Il 509 è l'anno fatale. Il re di Roma sta combattendo una guerra ad Ardea, perché i Latini di Ardea non vogliono sottomettersi al potere di Roma. Suo figlio violenta una nobildonna, la moglie di un compagno del re, di un suo compagno, che abitava a Collazia, una città nel nord. Il marito della donna, con altri nobili giura di espellere il re e tutta la sua gens fuori da Roma. La repubblica nasce, il senato si accorda con i giovani nobili per creare una magistratura doppia, i consoli, che non regneranno più a vita, come il re, ma insieme per un anno solo, e l'anno successivo si eleggono nuovi consoli. Con questa nuova forma di stato, Roma si è liberata dei re, ma dovrà affrontare un lungo periodo di instabilità. Sia all'esterno, perché deve combattere con i popoli del Lazio, Etruschi, intorno a lei, che si rivoltano al suo potere, o che vogliono impedire che il suo potere cresca. All'interno invece si apre una lunga fase di contrasti sociali, perché la parte nobile di Roma, i patrizi, non vogliono dividere il potere con la parte meno nobile, di Roma, i plebei. I plebei erano quelle persone che non potevano vantare un antenato nobile, quindi erano esclusi dalle magistrature, dal senato, dal possesso della terra e da altre cose. In questo quadro di instabilità, il paesaggio di Roma ci riflette degli avvenimenti particolari. [VUOTO] Nel cuore di Roma il foro non viene rinnovato, ma solo l'angolo superiore, dove si riunivano le assemblee politiche, perché nasce ora un'assemblea nuova: i comizi del popolo riuniti per la tribù di appartenenza, i comizi tributi. Si costruisce una piattaforma nuova sulla quale gli oratori potevano parlare al popolo, e questo è il muro, visibile ancora oggi, che sosteneva la tribuna su questo lato. Nonostante questo, però, il foro rimane il luogo dove solo i patrizi possono dedicare edifici nuovi, come i due templi su ciascun lato: Saturno su questo lato qui, e il tempio dei Castori qui. e così è come doveva apparire il tempio dei Castori nel quinto secolo avanti Cristo con un alto podio, colonne solo sul fronte, il tetto di legno a capriate per essere sorretto e un frontone cosiddetto aperto decorato con tegole e con frammenti di antefisse e lastre che potete vedere qui. Nel primo anno del nuovo stato viene anche inaugurato il tempio sul Campidoglio, il gigantesco tempio di Giove Ottimo Massimo che avevano cominciato a costruire i re. Però adesso è pronto e diventa un tempio della repubblica. Alla base dello stesso colle, il piccolo santuario, che abbiamo già visto, viene ristrutturato per un'ultima volta poi distrutto e immediatamente all'inizio del quinto secolo coperto da un enorme riempimento che rialza l'area di circa quattro metri per sostenere un nuovo podio sul quale si ricostruiscono due nuovi templi affiancati. Anche la plebe vuole avere i suoi monumenti, i suoi luoghi sacri, ma deve allontanarsi dal centro politico, per cui alle pendici dell'Aventino, presso il Circo, viene fondato il tempio di Cerere, Libero e Libera in questo luogo. Non abbiamo nessun elemento archeologico che ci aiuti a capire come il tempio fosse, però sappiamo che doveva stare lungo una strada che saliva al monte Aventino, e lo possiamo immaginare come un tempio tuscanico simile a quelli attestati in quest'epoca. Gli unici altri elementi archeologici che possono dare qualche informazione su questo periodo importantissimo della vita di Roma vengono dal limite dell'abitato, sull'Esquilino, nella fascia a cavallo del muro tra la zona dell'abitato e la zona occupata dalle tombe. Dall'interno del muro viene questo frammento di antefissa che doveva decorare un tetto di un edificio della fine del sesto, dalla necropoli proviene questo bellissimo torso, forse una statua su un frontone di un tempio, legato all'uso di quest'area funeraria, e poi, con il passare del tempo, in quest'area appaiono le prime tombe che hanno decorazioni dipinte, come questo frammento degli inizi del terzo secolo avanti Cristo sull'Esquilino. Tra la fine del secolo terzo e gli inizi del secolo primo, Roma deve affrontare il suo nemico numero uno, Cartagine, alla fine del secondo secolo Annibale viene in Italia, la guerra fortunatamente viene chiusa da Roma, però nel secondo secolo, solo nel secondo secolo la potenza di Roma si espanderà definitivamente al di fuori dell'Italia, con la fine di Cartagine in Occidente e la conquista della Grecia in Oriente. A questo punto Roma è l'unica padrona di tutta l'area del Mediterraneo, e comincerà un'altra storia. Grazie. [VUOTO]