[SUONI] [MUSICA] [MUSICA] Salve a tutti e bentornati. Cerchiamo oggi di immaginare come fossero, come apparissero, i templi sul Palatino, dalla fine del secondo secolo a.C. in avanti. Si trattava di elementi molto importanti nel paesaggio, perché molti di essi segnavano luoghi di memorie antichissime. E iniziamo infatti dall'angolo nord-est del monte dove, ora sappiamo, che fin dall'ottavo secolo a.C. era stata creata una parte del centro politico e sacrale della Roma che nasceva in quella fase. Abbiamo qui due santuari, il santuario di Vesta ed il santuario dei Lari. Del santuario di Vesta non abbiamo molti dati archeologici. Abbiamo soltanto ciò che resta delle fondazioni in malta del tempio, però abbiamo per fortuna molte raffigurazioni della struttura, come questa moneta e questa piccola scultura, che ci fanno vedere come questo tempio apparisse. Sappiamo che il tempio era tondo e sappiamo anche che era ospitato in un edificio più ampio, all'interno del quale dovevano vivere le sei Vestali che erano addette alla cura del culto. Questo è come possiamo immaginare il tempio, con la statua della dea all'interno e il fuoco sacro, che doveva essere sempre acceso. All'interno del tempio era una cavità sotterranea, il penetrale, dentro la quale si custodivano gli oggetti necessari a far sì che Roma rimanesse tale, che Roma fosse conservata nel tempo. Un'immagine di un fallo, simbolo di fertilità evidentemente, e una statua, il Palladio, che si credeva fosse stata portata da Enea quando era scappato dall'Oriente ed arrivato a Roma. Anche il santuario dei Lari era un tempio, inserito in uno spazio aperto, a sua volta incluso in un edificio che si affacciava sulla via Sacra. L'edificio era molto semplice, un tempio ad una sola cella, come vedete. Nella zona sottostante c'era anche qui un penetrale, una stanza sotterranea, in questo caso non per conservare oggetti ma dedicata ad attività legate al culto, sacrifici ed offerte di altro tipo, come potete vedere in questa sezione qui, la cella del tempio ed il penetrale sotto di essa. Queste sezioni illustrano anche l'aspetto della fronte del tempio, al quale si accedeva attraverso un corridoio ed un portico, e dietro al tempio le stanze dove abitava l'addetto al culto. Spostandoci più verso la sommità del monte, troviamo il santuario a Iuppiter Stator, che abbiamo già visto altre volte. Si tratta di un piccolo tempio sostenuto da un podio, inserito in un edificio molto più grande, costruito di fronte alla memoria di uno dei più antichi accessi al Palatino, la Porta Mugonia. Ecco l'edificio ed ecco il piccolo tempio, sorretto dal suo podio, la sacra Via, l'edificio che lo include e la Porta Mugonia. Stessa sequenza, sacra Via, edificio, il podio del tempio, il piccolo tempio, un piccolo cortile e la Porta Mugonia. Come potete vedere dalle due sezioni in questa pianta. Questo è ciò che resta del podio del tempio e questo è uno dei pavimenti situati nel corridoio che dava poi accesso al tempio stesso. Nella parte restante sul monte, abbiamo il santuario alle Curiae Veteres, del quale abbiamo già parlato, la sede sacrale dei vecchi dioni che con la fondazione di Roma sono obbligati a riunirsi tutti insieme, e i resti di un podio di un tempio qui che possiamo interpretare come il tempio di Luna. Questo tempio era sul punto più alto del monte e veniva tenuto illuminato sempre la notte per cui è una luna detta "luna che illumina la notte", la luna noctiluca. E arriviamo infine al santuario più importante del monte, perché connesso al luogo dove i Romani pensavano che Roma fosse stata fondata e dove il fondatore stesso avesse vissuto, per la prima parte della sua vita. Salve a tutti, bentornati. Siamo di nuovo sul Palatino, questa volta ai limiti di un'area sacra, circondata dal palazzo imperiale. Quando il Palatino fu trasformato in un unico palazzo, in un'unica casa, la casa dell'imperatore, quest'area sacra venne conservata. Si trattava evidentemente di un luogo molto importante, non solo per la presenza di diversi dei, che si susseguirono in quest'area in diversi momenti, ma perché i Romani pensavano che qui fosse stato allevato il fondatore, Romolo, il loro primo re, e fosse stata attuata una parte del rito della fondazione di Roma. Abbiamo già visto in quest'area i templi più antichi, un tempio dedicato a Iunos Hospita ed un altro a Toria. Dalla fine del secolo III si aggiunge il grande tempio alla Magna Mater, una dea che viene portata a Roma dall'Oriente. Il santuario creava un complesso imponente, monumentale, si trattava di due grandi templi, con uno piccolo, affacciati su un vasto spazio, una vasta piazza. Su questa piazza vengono creati teatri, in seguito demoliti, per ospitare gli spettacoli connessi alle feste sacre, e la piazza era sostenuta da grandi insule a più piani, all'interno del quale venivano ospitati magazzini ed edifici di altro tipo. Resta infine un ultimo santuario. Alla fine dell'Ottocento, sono stati rinvenuti, lungo la strada che univa il Circo Massimo con il Colosseo, dei resti di sculture in terracotta. In questo luogo, nell'epoca imperiale, viene creata una grande terrazza, forse per sostenere il tempio sul quale erano state esposte queste sculture. Si tratta di oggetti meravigliosi, un giovane nudo, una donna, un uomo armato, probabilmente un dio, e una donna, seduta su un altare, che gira la testa dalla parte opposta rispetto a quella dell'osservatore. Questa statua può essere interpretata come la testa della dea che si chiamava fortuna respiciens, fortuna che distoglie lo sguardo da te. Naturalmente come un segno di non buona fortuna. Queste sono sculture che ultimavano il ciclo intorno al frontone e questo è come possiamo immaginarci la posizione delle sculture sul frontone del tempio. E qui abbiamo una ricostruzione integrata un po' più completa. Tra questi templi, decorati in questo modo, legati alle memorie più antiche, si trovavano le case dei padroni del nuovo impero che nasce nella tarda repubblica. Grazie.