Benvenuti in questa prima lezione del nostro corso sullo smartworking, lavoro intelligente o almeno speriamo che lo sia per davvero. Ed è proprio quello che cercheremo di capire e di fare insieme in questo viaggio in cinque lezioni che ci farà approfondire gli strumenti, le tecniche, le dinamiche comunicative, organizzative ma anche e soprattutto, in questa prima lezione, ci farà capire dove, come e perché nasce lo smartworking e la notizia che vorremmo condividere con voi è che lo smartworking è figlio in qualche modo della smart education. Quella che state facendo adesso è una lezione di smart education, cioè una lezione di apprendimento online e quindi non è vero che online si lavora solo, anzi, si lavora nella misura in cui si capisce, si studia, si fa un upgrade del proprio profilo professionale, si migliora insomma la propria condizione lavorativa. Ed è quello che appunto ci proponiamo di spiegarvi quest'oggi insieme a Valentina Reda che è qui con me e che fa parte del team di ricerca di Federica Web Learning, il centro d'Ateneo che appunto ha organizzato insieme all'IFEL questo corso di formazione, apprendimento e controllo consapevole degli strumenti dello smartworking. Il primo passaggio che vi proponiamo è quello di una guida pubblicata dal Sole 24 Ore insieme a Federica Web Learning proprio sulla smart education, e vi fa una panoramica importantissima su quello che sta succedendo nel mondo, anzi, che stava già succedendo, perché il fenomeno interessante della smart education è proprio questo: c'era prima della crisi Covid e aveva avuto negli ultimi sette, otto anni, uno sviluppo straordinario grazie a dei fenomeni che vedremo insieme e che in pratica sono all'insegna dell'accesso libero a risorse formative di assoluta qualità. È questo il fenomeno che vorremmo analizzare insieme a voi e siamo, in pratica, in presenza di una rivoluzione, per darvi una prima cifra: imparare da casa significa anche imparare mentre stiamo lavorando, e imparare mentre stiamo lavorando, siamo passati da 500mila a otto milioni di smartworker, qui in questo paese e questo è stato il primo cambiamento enorme del quale ci stiamo rendendo conto quasi in maniera imprevista, perché non l'abbiamo cercato, non l'abbiamo voluto, però sappiamo anche che questo tipo di fenomeno, c'era già. C'era già nel senso che c'era già smartworking, lavoro agile, lavoro flessibile, lavoro a distanza in tante aziende, ma era un fenomeno residuale, con molte resistenze; resistenze perché non era chiaro a chi convenisse, se conveniva ai lavoratori, se conveniva alle aziende e soprattutto non era chiaro come si facesse. All'improvviso ci siamo trovati, praticamente, tutti a occuparci di questo fenomeno, e tutti a porci il problema di come dobbiamo fare e come possiamo farlo meglio, ed è questo il fenomeno, appunto, della smart education allo smart working. Guardate, c'era solo il 4% di formazione online nella pubblica amministrazione, un fenomeno che oggi ci sembra impossibile, vista la richiesta che abbiamo di migliorare in smart working la formazione digitale. Abbiamo il 73% della formazione pre-Covid che avveniva ancora in aula. Può succedere ancora questo oggi o domani? Con l'espansione dello smartworking, ci possiamo ancora aspettare una formazione nelle aule? Evidentemente no, per questo sono due fenomeni strettamente connessi: smartworking e smart education. Naturalmente il problema deve, come dire, ovviare una serie di ritardi importantissimi che riguardano i ritardi nell'ICT in generale, i ritardi nella mancanza nelle aziende, soprattutto in quelle pubbliche, ma anche in quelle private, di personale addetto specificamente alla gestione della digitalizzazione. E naturalmente tutto questo lo sapevamo già anche prima. Che cosa è cambiato adesso? È cambiato che con la crisi Covid le resistenze nei confronti del lavoro digitale e della formazione digitale sono cambiate. Non voglio dire che non ci sono più resistenze, ma sono resistenze che in qualche modo siamo stati costretti a superare e quindi a cercare, a questo punto, di capire insieme che cosa possiamo fare per migliorare questa nuova condizione lavorativa. E il primo messaggio che noi cerchiamo di darvi è che, come dire, possiamo studiare il lavoro che stiamo facendo, possiamo capirlo meglio e possiamo soprattutto approfittare di questo nuovo contesto lavorativo e formativo digitale per affrontare, lo vedremo fra un po', la problematica della formazione permanente. È un termine di cui avete sentito sicuramente parlare, Lifelong Learning, Reskilling, Upskilling, cioè i profili professionali di noi tutti sono in continua ridefinizione e questa ridefinizione non la possiamo affrontare in maniera saltuaria, occasionale, con i soliti vecchi strumenti dell'aula come e quando la si riesce ad organizzare. Certo quella ci sarà sempre, ci sarà sempre la possibilità di aule fisiche nelle quali incontrarci, discutere dal vivo, ma sappiamo anche che l'importanza e l'ampiezza dei fenomeni di trasformazione dei nostri profili lavorativi richiedono un'intervento sistematico della digital education e lo possiamo fare proprio partendo da quelle che sono le caratteristiche più importanti del nuovo sistema formativo così come si è andato sviluppando in questi ultimi anni